Fiume è stata percepita come simbolo, luogo che racchiude molti avvenimenti e accresce la nostra capacità di comprenderli. Ci restituisce meglio di qualsiasi altro luogo un possibile rapporto passato-presente, con le inevitabili molte criticità e le altrettanto numerose opportunità. Una comunità forte, ma esigua, rispetto alla lunga storia di Fiume italiana, ha accolto con calore il gruppo degli ospiti in una sede sontuosa. Nella breve passeggiata in centro ci è stato indicato un antico confine: il fiume Eneo che la attraversa tra 1924 e 1941 separava la città italiana dal quartiere slavo. La Scuola italiana è stata il cuore della visita. Dopo l'incontro con il giovane Console italiano e il Preside della scuola, il dialogo fra gli studenti è stato momento significativo di conoscenza. A Fiume abbiamo incontrato una comunità e, come era accaduto nel Villaggio giuliano di Roma, il grande tema dell'identità – l'italianità – con la ovvia differenza del contesto: Fiume è città croata. Tuttavia l'eredità culturale italiana è vitale ed è riconosciuta. La memoria della stagione delle violenze di guerra e dell'esodo non è stata cancellata, ma sembra premiata la fatica della costruzione di una convivenza con la popolazione di nazionalità croata e le istituzioni, anche come effetto della nuova geopolitica dell'Europa dopo la caduta del muro di Berlino.