Sul Colle Sant'Elia, in una delle aree di guerra memorabili, a fianco del Sacrario di Redipuglia, si trova il primo cimitero di guerra della Terza Armata, oggi rimasto solo come museo all'aperto. Il “Cimitero degli invitti” fu inaugurato il 24 maggio del 1923. L'aspetto è quello del fronte: trincee e gallerie, armi, come scenario; i corpi di soldati che vi erano stati sepolti furono trasferiti nel sacrario. La visita è stata importante, per una comparazione tra il linguaggio della prima memoria di pietra della Grande Guerra e il messaggio che la successiva monumentalizzazione consegna al visitatore.
Sacrario di Redipuglia
La memoria della Grande Guerra è segnata capillarmente dai Parchi della Rimembranza, grandi o piccoli, in ogni comune o frazione, creati fin dall'immediato dopoguerra. Redipuglia riunisce le spoglie di circa 100.000 caduti, sotto un complesso monumentale di proporzioni grandiose. Fu inaugurato nel 1938, nella piena maturità del regime fascista, che volle trasmettere un diverso messaggio: la retorica della guerra e il mito della vittoria. Non più lo scenario dei combattimenti, ma una costruzione in marmo, opera commissionata ad artisti. Rappresenta l'esercito schierato, la gerarchia che lo regge e l'obbedienza che ha trasformato in eroi i soldati. Il regime sceglie così di trasformare i lutti individuali nell'orgoglio per una morte eroica.